Il diffondersi a livello mondiale del COVID-19 ha messo a dura prova la tenuta di un intero Paese, di un continente e del mondo intero e sta costringendo l’economia globale ad affrontare un fenomeno tanto grave quanto inatteso. A tutt'oggi è quasi impossibile valutare l’impatto che il virus produrrà sull’economia del pianeta, essendo ancora troppe le incognite e le variabili che questo ci pone.
Tuttavia il settore legno-arredo ritiene necessario iniziare a pensare ad una nuova fase, che consenta agli italiani di ritornare alla loro vita, sociale e produttiva, sempre nel rispetto massimo di tutte le contromisure che occorrerà prendere a causa di COVID-19. Una delle decisioni più urgenti da prendere riguarda la ripresa dell'attività produttiva del Paese, una scelta molto importante che inciderà profondamente sul futuro industriale, economico e sociale.
Per questo Federlegno-Arredo sollecita la ripresa delle attività produttive attraverso la pubblicazione di un manifesto per salvaguardare la sicurezza dei lavoratori senza compromettere ulteriormente la situazione economica del settore.
Dal canto loro alcune delle aziende leader del settore del design (B&B Italia, Bisazza, Boffi, Cappellini, Cassina, Flexform, Giorgetti, Molteni Group, Poltrona Frau) hanno formato un gruppo per chiedere a gran voce di poter iniziare al più presto un percorso di progressiva e sicura riapertura.
"Riapriamo il Made in Italy": così si intitola il manifesto in otto punti elaborato da FederlegnoArredo, pubblicato sabato 11 aprile su alcuni dei principali quotidiani italiani.
Con questo appello al governo la Federazione, che rappresenta la filiera del legno-arredo, chiede che si possa salvaguardare la sicurezza dei lavoratori senza compromettere ancora di più la sopravvivenza di un’eccellenza del nostro Paese.
Vediamo in breve questi otto punti del Manifesto di FederlegnoArredo.
• Programmare e ufficializzare la data di riapertura dell’intero settore legno-arredo con tutti i suoi codici Ateco per evitare di perdere ordini e relazioni internazionali che rischiano di favorire, irrimediabilmente, concorrenti di altri Paesi attualmente aperti come Germania e Francia.
• Le aziende della filiera legno-arredo sono già attrezzate con rigorosi strumenti e protocolli di sicurezza che assicurano adeguati livelli di protezione e contenimento del contagio, nel totale rispetto del “Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” in vigore dal 14 marzo.
• Si continuerà ad utilizzare lo Smart working per aumentare il grado di sicurezza, in attesa di una graduale ripresa e integrazione delle attività non strettamente “produttive”.
• Riaprire anche i punti vendita di mobili e arredamento, arredamento ufficio, illuminazione, schermature solari, arredo-accessori bagno, infissi, legname, pannelli, nel pieno rispetto delle regole di sicurezza e prevenzione igienica.
• Far ripartire le attività dei magazzini e della logistica, per consentire il magazzinaggio di tutto quel materiale attualmente in transito da paesi per i quali non è stato possibile prevedere il fermo delle spedizioni.
• Riaprire i cantieri edili, garantendo tutta la sicurezza sanitaria.
• Le aziende del settore legno-arredo saranno correttissime nel rispetto degli impegni assunti verso i fornitori: massima serietà da parte delle aziende nel rispettare i pagamenti verso i propri fornitori nei limiti delle risorse disponibili com’è stato fatto per le scadenze di fine marzo.
• Disponibilità a collaborare con le istituzioni, creando dei tavoli di confronto per la progettazione e sperimentazione di strumenti e applicazioni tecnologiche che possano mappare e contenere al meglio il diffondersi del virus.
Alcune aziende leader del settore del design (B&B Italia, Bisazza, Boffi, Cappellini, Cassina, Flexform, Giorgetti, Molteni Group, Poltrona Frau) si sono riunite in un gruppo con l'obiettivo principale di garantire la ripresa produttiva per evitare che una grandissima tragedia umana e sociale si trasformi in una conseguente tragedia industriale ed economica. Le aziende del settore competono ormai da decenni in un mercato globale, popolato da competitori globali. Questo mese di chiusura ha comportato l’impossibilità per le aziende italiane di rispettare commesse siglate ed onorare termini di consegna delle merci previste negli ordini e nei progetti.
Se la chiusura dovesse protrarsi ulteriormente, si teme per la tenuta del sistema industriale italiano; molti competitori, ad esempio in Germania e Scandinavia, continuano infatti in questo periodo ad operare regolarmente e potrebbero accaparrarsi commesse ed ordini che altrimenti andrebbero alle aziende italiane.
Per questo motivo le aziende del settore arredo e design chiedono alle istituzioni di poter iniziare un percorso di progressiva e sicura riapertura al più presto. Da parte loro assicurano che ci sarà il massimo sforzo per poter riaprire e ripartire più forti di prima, nella consapevolezza che solo uniti si potrà continuare a prosperare.
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