
- 13/10/2014
- Economia e marketing
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Con l’introduzione del Bonus Mobili nel 2013 (DL n.63 del 4 giugno 2013), le istituzioni italiane hanno raccolto l’invito delle imprese a sostenere i consumi interni per riattivare il sistema economico. Tale misura, che prevede la possibilità di detrarre il 50% dell’acquisto di arredo per una spesa massima di 10.000 euro a fronte di un intervento di ristrutturazione, ha dimostrato di essere una misura fiscale in grado di favorire la lotta alla disoccupazione, di sostenere un settore cruciale del Made in Italy, garantendo allo Stato un consistente e immediato gettito IVA.
Secondo le stime elaborate dal Centro Studi di FederlegnoArredo, infatti, entro la fine del 2014 saranno almeno 10.000 gli addetti della filiera Legno Arredo che avranno conservato il proprio posto di lavoro grazie al Bonus Mobili. Al tempo stesso, le vendite generate dall'incentivo porteranno ad una spesa complessiva di 1.900 milioni di euro, generando un gettito di IVA aggiuntivo di 360 milioni di euro.
«L’introduzione nel 2013 del Bonus Mobili – sottolinea il presidente di FederlegnoArredo Roberto Snaidero – ha rappresentato un toccasana per il Legno Arredo, che con i suoi 430.000 addetti è una delle filiere più importanti in Italia. Per questo siamo grati al Governo di averci creduto. A fine anno saranno almeno 375.000 i contribuenti che avranno utilizzato la detrazione tra 2013 e 2014. Un risultato davvero straordinario, con effetti positivi sull'occupazione del settore, consentendo in tal modo un risparmio sulla Cassa Integrazione di circa 40 milioni di euro. Di fronte a questi numeri, estendere la misura anche al 2015 è assolutamente vitale».
Già lo scorso dicembre, in occasione della conferenza stampa di fine anno, FederlegnoArredo aveva messo in evidenza gli effetti positivi di tale provvedimento, richiesto dalla Federazione e da tutti i più importanti attori della filiera: i sindacati di categoria FENEAL UIL, FILCA CISL, FILLEA CGIL – e le rappresentanze della distribuzione Federmobili e ANGAISA. Oggi, grazie ai dati relativi alle dichiarazioni dei redditi 730 dei CAF CISL, CGIL, UIL e il CAF 50&PIÙ, con cui le federazioni hanno sottoscritto un accordo a dicembre 2013, le previsioni avanzate trovano piena conferma.