La sede di Catas di San Giovanni al Natisone ha ospitato il 21 settembre scorso i festeggiamenti per il trentesimo anniversario dei CQA-Catas Quality Award, la certificazione di prodotto rilasciata dal laboratorio.
Trent'anni di successi di una certificazione che ha una triplice valenza, come ha sottolineato il direttore di Catas, Franco Bulian: tecnica, perché basata su prove; oggettiva, perché i requisiti sono descritti da regolamenti di certificazione e norme nazionali e internazionali, ed infine distintiva, perché pone immediatamente il prodotto certificato in una posizione di rilievo rispetto ad altri.
A oggi sono 200 le produzioni certificate da Catas, sulla base di specifici e rigorosissimi criteri, in tema di emissione di formaldeide, vernici, profili per serramenti e arredo "Made in Italy".
“Catas ha saputo sempre rispondere in modo propositivo ed efficace alle necessità del mondo produttivo friulano, italiano e internazionale”, ha dichiarato Lucia Cristina Piu, Presidente di Catas.
Un codice QR per tracciare la qualità del prodotto
Sono una cinquantina le realtà, italiane e straniere, che hanno scelto di certificare CQA i propri prodotti e molte di loro hanno partecipato all'incontro al Catas non solo per festeggiare la ricorrenza, ma anche per approfondire le tematiche e le qualità della certificazione CQA.
Lorena Riul, responsabile dell'organismo di certificazione CQA, dopo averne ripercorso le tappe più significative e sottolineato la valenza oramai riconosciuta a livello mondiale del marchio, ha annunciato un'importante novità che sarà lanciata nei prossimi mesi: la possibilità di accompagnare il prodotto certificato con un codice QR che permetterà all'utilizzatore o al consumatore finale di tracciare la qualità del prodotto che sta acquistando.
La certificazione CQA-Catas Quality Award nei vari settori
All'incontro hanno quindi preso la parola i responsabili di certificazione dei diversi settori per i quali l'istituto rilascia la certificazione, ovvero formaldeide, vernici, profili per serramenti e "Made in Italy" certificazione di origine italiana.
Sandro Ciroi, referente delle attività di certificazione relative alle emissioni di formaldeide, ha sottolineato quanto questa materia sia oggetto di una continua evoluzione, con limiti sempre più severi.
Dalle vernici per esterni, in collaborazione con il prestigioso istituto tedesco WKI-Fraunhofer Institute for Wood Research, a quelle per interni, fino alle vernici antibatteriche: questo il percorso di cui ha parlato Alessia Matellon, referente delle certificazioni dei prodotti vernicianti.
Simone Poletto, referente certificazione profili lamellari, ha spiegato come la certificazione CQA-Catas Quality Award in tema di profili lamellari sia uno stimolo per una “ricerca” legata all’esperienza, permettendo in questo modo alle aziende del comparto di avere risposte concrete alle loro problematiche quotidiane.
Infine, Marco Indovina, referente certificazione “Origine italiana del mobile by Catas”, ha evidenziato che certificare il prodotto finito è indubbiamente complesso. Grazie all'esperienza cinquantennale di Catas si è però riusciti ad arrivare allo schema di certificazione "Made in Italy by Catas" mettendo a punto un protocollo che, per la prima volta, permette di entrare in relazione diretta con il consumatore finale.
Il futuro della certificazione
Quale può essere il futuro della certificazione? A questa domanda ha risposto Daniele Bergamasco, vicedirettore Catas, responsabile del reparto analisi chimiche e ispettore CQA, prevedendo che i nuovi focus saranno sempre più connessi al grande tema della sostenibilità. “Non è un caso che Catas si sia impegnato sul fronte della misurazione del LCA-Lyfe Cycle Assessment e delle emissioni di componenti volatili. Dunque un contesto sempre più "green" che non sia solo di facciata, ma sostenuto da test e valori incontrovertibili".