
- 29/10/2021
- Economia e marketing
Sono oltre 441mila le imprese italiane che negli ultimi cinque anni hanno investito sulla green economy e sulla sostenibilità per affrontare il futuro: è questo uno dei dati che emerge con più forza dal Rapporto GreenItaly 2021, giunto alla dodicesima edizione, realizzato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne e con il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica.
La ricerca viene condotta annualmente sul valore della Green Economy e racconta come l’Italia sia in grado di cogliere le grandi sfide ambientali puntando su innovazione e ricerca, sviluppando il valore economico delle imprese e del Paese.
Il dodicesimo Rapporto GreenItaly è stato presentato da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Andrea Prete, presidente Unioncamere; Giuseppe Tripoli, Segretario Generale Unioncamere, Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore generale Enel alla presenza di Roberto Cingolani, ministro della Transizione Ecologica e Paolo Gentiloni, Commissario Europeo per l’Economia.
Il Covid-19 non ha fermato gli investimenti green
Nel Rapporto GreenItaly 2021 si coglie un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori. “Il Covid non ha fermato gli investimenti green, - ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete - perché sempre più imprenditori sono consapevoli dei vantaggi competitivi derivanti dalla transizione ecologica. Ma ancora oltre la metà delle imprese manifatturiere percepisce questo passaggio più un vincolo che un'opportunità”.
Per dare ulteriore impulso alla transizione ecologica è necessario intervenire su diversi fattori: sulla carenza di competenze attraverso percorsi di formazione adeguati; sulla diffusione di una cultura d’impresa più sostenibile; sull’accesso al credito bancario per facilitare il reperimento di risorse destinate a investimenti ambientali; sulle norme e sulla fiscalità, semplificando le procedure amministrative oltre a incentivi e agevolazioni; sulla creazione di mercati per la sostenibilità (Green Public Procurement, ecc.); sull’affiancamento da parte delle istituzioni alle imprese, sia nelle problematiche di carattere tecnico e tecnologico, sia di assistenza all’accesso a risorse e servizi.
Dati e storie della green economy italiana
Dal Rapporto GreenItaly emergono dati interessanti: innanzitutto le imprese green affrontano meglio la crisi. Come dicevamo all'inizio sono oltre 441 mila le aziende che nel quinquennio 2016-2020 hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green e più precisamente il 31,9% delle imprese nell’industria e nei servizi ha investito, nonostante la crisi causata dalla pandemia, in tecnologie e prodotti green, valore che sale al 36,3% nella manifattura.
Grazie a questi investimenti queste imprese hanno un dinamismo sui mercati esteri superiore al resto del sistema produttivo italiano, innovano di più e producono più posti di lavoro: con specifico riferimento alle imprese manifatturiere (5–499 addetti), nelle eco-investitrici la quota di esportatrici è pari al 31% nel 2021, contro un più ridotto 20% di quelle che non hanno investito. Anche sul fronte dei fatturati il 14% delle imprese investitrici attende un aumento di fatturato per il 2021, contro un 9% delle altre.
Altro dato interessante riguarda l'occupazione e nello specifico i green jobs: i contratti relativi ai green jobs, con attivazione 2020, rappresentano il 35,7% dei nuovi contratti previsti nell’anno.
L'Italia si conferma inoltre leader nell’economia circolare con un riciclo sulla totalità dei rifiuti, urbani e speciali, del 79,4%, il doppio rispetto alla media europea con un risparmio annuale pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 nelle emissioni.
La sostenibilità è oramai presente nelle strategie industriali di tutti i settori dell’economia italiana, con l’economia circolare che avanza all’interno delle aziende del made in Italy. Nella filiera del legno arredo già oggi il 95% del legno viene riciclato per produrre pannelli per l’arredo, con un risparmio nel consumo di CO2 pari a quasi 2 milioni di tonnellate/anno.
Infine in Italia, nel 2020, il 37% dei consumi elettrici è stato soddisfatto da fonti rinnovabili, con una produzione di circa 116 TWh.
Il Rapporto GreenItaly 2021 completo su www.symbola.net