- 14/07/2025
- Economia e marketing
L’export della filiera legno-arredo chiude il primo trimestre 2025 stabile a 4,7 miliardi di euro, con un -0,4% complessivo rispetto allo stesso periodo del 2024.
É quanto emerge dai dati elaborati dal Centro Studi di FederlegnoArredo su dati Istat che fotografano l’export del primo trimestre di un settore in attesa di capire davvero che cosa succederà in tema di dazi e quale sarà la strada che Trump intende percorrere.
Area UE27 primo mercato di riferimento
Il primo mercato di riferimento per il nostro export si conferma l’area UE27 con 2,5 miliardi di euro registrando un -0,2%, mentre le esportazioni verso i Paesi extra-UE27 crescono dell’1,7% e raggiungono quota 690 milioni di euro.
Il macrosistema arredamento ha registrato un -1,1% con 3,4 miliardi di export: il rallentamento maggiore è stato segnato dalle cucine (-8,3%) e dall’ufficio (-9,8%). Il macrosistema legno invece fa +1,6% per un valore pari a 1,25 miliardi di euro, grazie al buon andamento (+9,7%) di prodotti e finiture d'arredo per l’edilizia.
Alcuni segnali positivi
Per la filiera arrivano dai mercati extra-UE alcuni segnali positivi, in particolare dagli USA che toccano un +3% nel cumulato gennaio-marzo dopo che gennaio-febbraio aveva registrato un -0,1%; questo dato è dovuto forse al tentativo di anticipare l’applicazione dei dazi annunciati da Trump, che ha spostato la scadenza dal 9 luglio al primo agosto. Anche UK ed Emirati Arabi Uniti confermano dinamicità nei primi mesi del 2025, mentre, sul mercato UE, Spagna e Portogallo si distinguono con dati in crescita.
Per quanto riguarda le importazioni spicca il dato della Cina, che tocca quota +25% (marzo 2025 su marzo 2024), mentre il cumulato del trimestre arriva addirittura a un +38,2%.

Impossibile immaginare il futuro
Il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, commentando i dati, ribadisce come, ormai da quasi un anno a questa parte, sia davvero impossibile riuscire a immaginare anche il futuro più prossimo per diversi motivi, tutti molto complessi. Non solo, mentre si è in balia delle dichiarazioni del presidente USA, continua anche il trend negativo dei principali Paesi che importano i nostri prodotti.
Nella Top 10 continuano infatti a calare Francia e Germania (rispettivamente -4,2% e -2,6%), mentre UK e Spagna registrano un +3,3% e un +7,4%; gli Emirati Arabi Uniti registrano la migliore variazione percentuale con un +11,1% per un valore totale esportato di 108 milioni di euro.
Il dato dell’import in Italia di prodotti cinesi, che a marzo ha toccato il +25%, può essere un segnale d'allarme, anche se i dati Istat di aprile 2025 riportano per il mobile una flessione delle importazioni del 3,5%.
In calo la fiducia delle aziende
I cinque Paesi che in valore assoluto crescono maggiormente a gennaio-marzo 2025 sono, oltre a Spagna, Usa ed Eau, il Marocco +55,6% (26° destinazione) e il Portogallo +25% (21° destinazione). Tra i cinque Paesi con il trend negativo peggiore troviamo Francia e Germania, che nella Top 10 perdono rispettivamente 35,5 milioni di euro e 13,5 milioni di euro; la Cina (12° destinazione) registra una flessione del 16,4% e l’Arabia Saudita del 13,5% (16°destinazione).
“Un piccolo segnale positivo? - conclude Feltrin - Lo capiremo nei prossimi mesi, ma l’avanzata del gigante cinese non deve farci stare troppo tranquilli. Non a caso, per il clima di fiducia espresso a maggio dalle aziende, il saldo dei giudizi sugli ordini (differenza tra giudizi sugli ordini alti e bassi) si attesta al –24,1%, in peggioramento rispetto al –20,2% di aprile. Da evidenziare, al contempo, che il 61,7% delle imprese dichiara comunque che gli ordini sono 'normali', quindi in linea con le aspettative: dato che trova conferma anche nella produzione industriale del mobile, che nel periodo gennaio-aprile 2025 ha registrato un +5,4%".
